
Piantare sotto gli alberi troppo fitti è una pratica che può sembrare pratica e funzionale per sfruttare spazio e risorse ma non è così perché la competizione per le risorse fondamentali come luce, acqua e sostanze nutritive può compromettere la salute sia degli alberi esistenti che delle nuove piante da introdurre sotto le loro fitte e vicine chiome.
La competizione per le risorse
Gli alberi con chiome dense e fitte creano un ambiente ombreggiato che limita notevolmente la penetrazione della luce solare e ciò può ostacolare il processo di fotosintesi delle piante sottostanti, rallentandone la crescita e la produttività. Inoltre, le radici degli alberi tendono a espandersi nel terreno assorbendo la maggior parte dell’acqua e delle sostante nutritive.

Di conseguenza, le piante più piccole si trovano in una situazione di forte svantaggio competitivo con accesso limitato ai nutrienti di cui hanno bisogno per crescere. La competizione per l’acqua si accentua nei periodi di siccità e le radici superficiali degli alberi possono assorbire rapidamente l’acqua disponibile lasciando in stress idrico le piante sottostanti.
Anche la disponibilità di nutrienti nel terreno può essere compromessa. Gli alberi assorbono grandi quantità di sostanze nutritive per sostenere la loro massa vegetativa riducendo in modo sensibile la disponibilità delle stesse sostanze per le piante sottostanti. Questo rende necessarie concimazioni extra di frequente con il rischio di alterare la composizione del suolo.
Le conseguenze
La presenza di alberi fitti può influenzare negativamente la salute del terreno. La ridotta esposizione alla luce limita l’attività microbica, fondamentale per la decomposizione della materia organica e per il ciclo dei nutrienti. Ne risulterà un terreno povero, poco fertile, con poca biodiversità, riducendo la crescita delle piante sottostanti.

L’accumulo di foglie e detriti organici sotto gli alberi può creare una strato spesso e compatto che impedisce la penetrazione della poca luce e soprattutto dell’acqua e dell’aria nel suolo. Questo determina alti livelli di umidità e un ambiente poco ventilato, favorevole cioè allo sviluppo di patogeni e malattie fungine per le piante sottostanti.
Infatti, le piante coltivate sotto alberi fitti e densi sono più vulnerabili a malattie e parassiti dovute alla mancanza di luce e adeguata aerazione, contro alti livelli di umidità. E d’altra parte lo stress causato dalla competizione per le risorse e le sostanze nutritive rende le piante meno in salute e meno resistenti agli attacchi patogeni.
Come organizzare lo spazio verde
Nella progettazione degli spazi verdi, dunque, è importante considerare la compatibilità tra le specie arboree esistenti e le nuove piante da introdurre. La selezione di specie che resistano bene all’ombra e con abbiano poche esigenze idriche e nutritive può ridurre i problemi dovuti alla vicinanza e alla competizione, considerando comunque le condizioni ambientali del luogo.

La gestione degli alberi fitti è un aspetto da non sottovalutare. La potatura mirata può diminuire la densità della chioma e favorire una maggiore penetrazione della luce e una migliore circolazione dell’aria, rendendo l’ambiente più favorevole allo sviluppo e alla crescita delle piante sottostanti. Tuttavia, gli interventi di potatura non devono essere drastici.
Infine, predisporre aiuole, siepi e orti sotto gli alberi deve tener conto della stagionalità e delle esigenze specifiche di ciascuna pianta. Ad esempio, alcune specie erbacee possono prosperare in una esposizione a mezza ombra, mentre altre richiedono la piena esposizione al sole. Solo una progettazione attenta potrà creare un’eventuale convivenza armoniosa.
Alternative sostenibili
In alternativa alla coltivazione di piante sotto alberi troppo fitti si possono considerare alcune soluzioni più sostenibili che rispettino l’equilibrio ecologico e che favoriscano la biodiversità. Ad esempio, l’uso di piante tappezzanti che bene resistono all’ombra e che non competono per le risorse può migliorare la struttura del terreno.

Attorno agli alberi possono essere create delle zone libere totalmente da coltivazioni per proteggere l’apparato radicale degli stessi e favorire la salute complessiva delle piante. Queste zone possono essere arricchite e protette con strati di pacciamatura organica che migliora la composizione del suolo e riduce la comparsa di erbe infestanti.
Infine, l’adozione di pratiche adeguate di gestione del verde che tengano conto delle interazioni tra le specie diverse che compongono l’ecosistema può contribuire a mantenere un equilibrio tra le esigenze funzionali di spazio, le esigenze ambientali e quelle specifiche delle singole piante presenti, in relazione alle specifiche condizioni climatiche locali.